Dopo un’estrazione dentale, la complessità dell’intervento e il rispetto di alcune regole precauzionali, condizionano di molto la velocità di recupero del paziente. Con questo articolo andremo ad analizzare nel dettaglio quali rischi e complicanze possono conseguire ad un intervento di estrazione dentale. Qui di seguito proveremo ad elencare una serie di preziosi accorgimenti, relativamente alla dieta da seguire, che possiamo prendere in considerazione per scongiurare il rischio d’incappare in spiacevoli inconvenienti dopo un’estrazione dentale.
Dieta: cosa mangiare e cosa evitare dopo un’estrazione dentale.
Anche l’alimentazione influisce sul recupero del paziente sottoposto ad un’estrazione di un dente. Dopo l’intervento, infatti, si raccomanda vivamente di seguire una dieta leggera, equilibrata e ricca di acqua. In particolare, nelle 24-36 ore successive all’avulsione, si suggerisce una dieta prevalentemente liquida o semisolida, costituita dunque da alimenti soffici come purè, zuppe tiepide, minestre tiepide, frullati, carne macinata o frullata, omogeneizzati, budini, polpette, pesce bollito ecc.. I residui di cibo solido, infatti, tendono ad incastrarsi nelle piaghe sulla gengiva – ancora dolente e non del tutto cicatrizzata – lasciate dall’intervento. Imprigionandosi in queste ferite, i batteri, ghiotti di carboidrati e cibo, s’incuneano nella gengiva lesa, dando avvio ad una serie d’infezioni dentali anche gravi.
In conclusione, è bene ribadire che l’osservanza di questi preziosi consigli si rivela estremamente importante ai fini della profilassi da infezioni o complicanze dopo un intervento di estrazione dentale.