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Dentisti dell’antichità

Quando pensiamo a un buon centro odontoiatrico, spesso immaginiamo uno studio dotato di macchinari e tecnologie moderne e all’avanguardia. Eppure non sempre è stato così. Quella del dentista è una professione con una lunga storia alle spalle e che affonda le sue radici in un passato che risale a diversi millenni fa.

Nella storia dell’umanità, l’importanza dei denti è andata crescendo di pari passo all’evoluzione della società. Dall’utilizzo più elementare della masticazione, la rilevanza dei denti nella vita di un individuo e di una comunità è cambiata radicalmente con il passaggio dal nomadismo alla sedentarietà. Pian piano, i denti hanno guadagnato una valenza che ha travalicato la semplice scienza medica, diventando i primi indicatori dello stato di salute di una persona a livello economico e culturale. I denti malati sono quindi diventati sinonimo di povertà, viceversa una dentatura curata ha finito per caratterizzare i ceti medio-alti della società.

Il primo dentista

Pare che il primo dentista della storia vivesse in Egitto durante il regno di Zoser. Il suo nome era Hesi-Re e sappiamo della sua esistenza grazie al ritrovamento di un’iscrizione che lo descrive come “il più grande medico dei denti”. Questo dimostra che il trattamento medico generale era separato dall’odontoiatria già ai tempi degli egizi.

Una scienza odontoiatrica già efficace e consolidata si andò affermando nell’antico Egitto, al tempo dei Faraoni. Le testimonianze giunte a noi grazie al papiro Edwin Smith e al papiro Ebers, contengono delle vere e proprie ricette terapeutiche: per la cura delle gengive sono prescritti impiastri e sostanze da masticare, paste dentifrice a base di polvere di piombo e miele con cui strofinare denti e gengive; per la carie è invece indicata l’applicazione di erbe aromatiche come il comino, l’incenso e il succo di cipolle. Una tomografia computerizzata eseguita su un cranio di una mummia di circa 2.100 anni fa ha rivelato la pratica di otturazione dentale mediante l’applicazione di lino, probabilmente imbevuto in succo di fico o in olio di cedro.

I medici egiziani furono pionieri anche nel campo delle ricostruzioni dentali, realizzando ponti e inserzioni attraverso fil di ferro o utilizzando i denti di alcuni donatori. Tuttavia resta ancora incerto se queste pratiche fossero realizzate nella vita di un paziente o soltanto dopo la sua morte, data l’importanza rivestita dall’aldilà per questo popolo.

Malattie dentali

Alcuni studi sui crani, inoltre, hanno reso possibile sapere quali malattie dentali affliggevano questo popolo. Le più diffuse erano carie ascessi. La carie, molto probabilmente, veniva curata bucando il dente, per alleviare la pressione del pus accumulato nella radice. Per quanto riguarda gli ascessi invece, si ritiene che fossero causati dalle piante. Queste, una volta raccolte, mantenevano infatti delle particelle di sabbia, che contribuivano a rovinare la superficie del dente.

In diverse scritture vengono descritte numerose operazioni di fratture e lussazioni della mandibola e l’uso del forcipe per le estrazioni. L’igiene orale, a quanto sembra, non era molto importante, mentre lo era invece l’estetica post-mortem. Gli egizi, infatti, usavano reintegrare i denti ai defunti e unirli con fili d’oro.

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